Chi siamo

Siamo cittadini di Quartu Sant’Elena e ci incontriamo per ragionare insieme sulla realtà cittadina e seguirne la politica. Siamo convinti che qualunque amministrazione comunale non possa esercitare le proprie responsabilità se non con il contributo critico e costruttivo dei cittadini. Abbiamo proposte e cerchiamo proposte. Abbiamo, soprattutto, desiderio di condividere con altri il nostro incontrarci. Per questo, abbiamo scelto il nome “Atobiu”. “Atobiu” è una delle parole più belle della lingua sarda. Il suo primo significato è “incontrare” (e viene riferito a persone, animali e anche alle cose, nel senso di “trovare, raggiungere”). Il suo secondo significato, ancora più profondo, ci è sembrato adatto a definire che cosa la nostra associazione desidera attivare fra coloro che la seguono: “venirsi incontro e aiutarsi l’un l’altro”. Pensiamo che nessuna traccia migliore potrà guidare lo scopo e il clima dei nostri incontri

“ATOBIU è un’opportunità per chi desidera contribuire attivamente allo sviluppo di una nuova Quartu Sant’Elena.
E’ un’occasione preziosa per mettere insieme idee, passione e impegno, al servizio di un maggior benessere comune, in una dimensione in cui la diversità crea ricchezza e il confronto favorisce armonia.”
Caterina

“Siamo cittadini visionari, appassionati, determinati nel seminare idee e progetti in giardini quartesi che sembrano inariditi. La democrazia è una pianta che può fiorire attraverso l’acqua irrorata dall’attivismo costruttivo delle persone. Noi di Atobiu promuoviamo il dialogo e il confronto per migliorare la vivibilità della nostra città.”
Rita

“Immagino ATOBIU come un motore che, da un lato si alimenta con le idee di persone attive, prive di secondi fini e insoddisfatte dalla pratica con cui oggi si amministrano tante istituzioni, e dall’altro produce energia sotto forma di proposte e di iniziative utili al miglioramento della attività della classe politica attuale.”
Ernesto

“Siamo cittadini appassionati della difesa dei beni comuni. Siamo convinti che partecipare sia un dovere prima ancora che un diritto. Immaginiamo per la nostra città un futuro di appartenenza e coesione sociale.”
Detta