A quando il bilancio 2018

Eccoci qui, per il terzo anno di seguito, a vivere la stessa situazione: il Comune di Quartu lascia scadere anche il termine della “proroga della proroga” per l’approvazione del bilancio, e si ritrova in “gestione provvisoria”. Stanchi di rispiegarcelo a vicenda, nella fase di gestione provvisoria il Comune può pagare solo tasse, stipendi, mutui. Non può fare contratti, non può attivare servizi, non può pagare contributi. Niente di niente.
Che questa situazione sia anomala ormai lo sanno anche le aiuole, e questi ne sono i motivi:
– è recidivante, accade da tre anni, sempre uguale, senza sviluppi e senza miglioramenti;
– viene attribuita sempre a fattori esterni, per esempio alla contabilità armonizzata o all’evasione nel pagamento di tariffe e tributi da parte dei cittadini;
– accade senza che gli amministratori dichiarino, con puntualità e trasparenza, come stanno i conti del Comune, se sono a posto;
– accade senza che la Regione Autonoma della Sardegna intervenga, come sarebbe suo dovere, commissariando il comune.
Nello scorso autunno promuovemmo un incontro pubblico dedicato alla gestione dei soldi pubblici a livello comunale. Dalla discussione emersero alcune domande, che pubblicammo, nella speranza di un cortese cenno di risposta. Poiché siamo ancora in attesa, le riproponiamo.
Dal post del 12 novembre 2017:
“AGLI AMMINISTRATORI COMUNALI CHIEDIAMO:
1) quando approvate il Documento Unico di Programmazione 2018-2020? La scadenza era il 31 luglio scorso.
2) il bilancio 2018-2020, almeno quest’anno, sarà approvato nei termini corretti? La scadenza è il 31.12.2017
3) Potete comunicarci quali sono le reali ragioni di questi ritardi nell’approvare il bilancio comunale? Ci sono problemi nei conti? Nel caso, quali? Ci sono difficoltà a pianificare gli interventi? Perchè? C’è disinteresse a farlo? Come mai?
AI CONSIGLIERI DELL’OPPOSIZIONE CHIEDIAMO: potete fare delle comunicazioni pubbliche su come state intervenendo perché le cose inizino ad andare meglio?”L’unica a cui abbiamo avuto risposta è stata la seconda. Era “no”. Ci hanno risposto implicitamente, nei fatti.

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