ATOBIU presenta il libro Morire d’invidia, di Arnaldo Affricani (edizioni NOR).

Il 26 marzo u.s. si è aperta una conversazione in videoconferenza per discutere di un argomento riguardante un sentimento umano quale è l’invidia. Di questo si è parlato con Arnaldo Affricani che ha scritto il libro “Morire d’invidia” insieme all’autore della prefazione Alberto Contu, oltre a Francesco Cheratzu, editore della stessa opera.

Il libro prende spunto da questo sentimento per narrare storie di Cagliari, ma anche di altri centri dell’Isola, ed è ambientato negli anni successivi alla seconda guerra mondiale ma non si tratta di un manuale bensì di una serie di racconti e di storie di vita. La narrazione si avvia descrivendo che, prima dell’evento bellico, l’invidia non era contemplata dalla popolazione sarda ma, tutto questo cambiò dopo la fine della guerra con l’arrivo degli americani e, quindi, con l’inizio del benessere e del boom economico. Inoltre non esiste nella lingua sarda un termine che definisce la parola invidia e di conseguenza non è mai stata riconosciuta come un problema.Si rappresenta che l’invidia non è sufficientemente studiata sia dalla sociologia che dalla psicologia a differenza della letteratura come Leopardi e Dostoevskij, così come gli economisti, i quali mettono in rilievo i costi sociali in relazione alla giustizia sociale.Si dice che i sardi siano invidiosi ma evidentemente questo sentimento viene confuso con la gelosia tant’è che l’invidia può essere definita come un’emozione complessa ed è caratterizzata da senso d’inferiorità e rivalità, l’impulso di possedere un bene, una qualità oppure una condizione che il soggetto confronta con chi la possiede è quindi un sentimento di ostilità verso chi ha un qualcosa che il soggetto crede di non avere. Si può definire anche come un sentimento di prossimità e, potenzialmente, potrebbe essere inversamente proporzionale alla distanza dei soggetti.Si è detto inoltre che, dove c’è equilibrio di povertà, l’invidia diventa un fattore aggregante e in presenza di scarse risorse territoriali, non equamente distribuite, tale sentimento viene messo in risalto.In conclusione l’invidia, così come tante altre definizioni, diventa uno stereotipo per incanalare e incastrare, in una dimensione statica, ciò che si vuole dominare e quindi il potere dei media e della politica spesso definiscono gli altri.

https://www.youtube.com/watch?v=Xfx8PM5b_i8

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